Ragade anale: che cosa è
La ragade anale è una ferita dell’anoderma, ovvero di quella parte della cute che entra nell’ano e che dopo un centimetro circa si trasforma nella mucosa del retto. Appena dentro l’ano, sostanzialmente. Colpisce le persone di entrambi i sessi con uguale frequenza, generalmente in una età compresa tra i 20 ed i 50 anni. È più frequente in persone che soffrono di stitichezza e che emettono feci dure e voluminose, ma può essere osservata anche dopo lunghi episodi diarroici. La ragade può essere acuta o cronica. La differenza è prevalentemente legata al tempo di insorgenza: è acuta una ragade che è insorta da meno di tre mesi, è cronica se dura da oltre questo tempo.

Sintomi della Ragade Anale:
Il dolore, che inizia con la defecazione e si protrae per diverse ore (non raramente per l’intera giornata), è il sintomo più importante: il paziente affetto da ragade cerca di non andare al bagno per non scatenare le crisi dolorose. Andare al bagno, per il paziente affetto da ragade, può diventare un vero e proprio incubo.

Cause della Ragade Anale:
Le cause di questa patologia non sono state interamente chiarite. La ferita può essere causata da defecazioni con sforzo o da agenti meccanici (residui alimentari irritanti) che provocano una lesione dell’ano che passano al passaggio delle feci si riapre e diventa sempre più profonda e fastidiosa. Elemento tipico della ragade anale è lo spasmo dello sfintere anale interno. Questa contrattura dello sfintere, che non dipende dalla volontà del paziente bensì da un riflesso spontaneo ed involontario, sembra essere causa di una riduzione dell’afflusso di sangue nella zona della ragade impedendo un fisiologico processo di riparazione.

Come si cura la Ragade Anale:
La terapia può essere medica o chirurgica. In entrambi i casi, il fine è quello di ridurre lo spasmo dello sfintere anale interno permettendo una cicatrizzazione spontanea della ragade. Quando la ragade è acuta la terapia medica può essere risolutiva se effettuata precocemente. Per risolvere una ragade anale fase cronica, invece esistono metodi ambulatoriali, senza ricovero come la dilatazione anale pneumatica, o metodi chirurgici che prevedono, comunque, un solo giorno di degenza. L’intervento chirurgico di elezione è ancora oggi la sfinterotomia laterale interna (descritta per la prima volta negli anni ‘50). A differenza di quanto erroneamente riportato  quasi mai è causa di incontinenza fecale postoperatoria.

Ritornando alle lesioni acute, almeno il 60% delle ragadi anali guarisce con l’ausilio di particolari creme o con l’uso di dilatatori anali a caldo, e sempre con il rispetto di una dieta ad alto contenuto di fibre (frutta, verdura, cereali, etc.), associati ad una ragguardevole ingestione di liquidi.

Ragade anale: conclusioni
Quando si ha dolore anale durante, e soprattutto dopo la defecazione che persiste per ore, è possibile che si tratti di una ragade. A quel punto bisogna rivolgersi subito al medico specialista, il proctologo o il colonproctologo (sono la stessa cosa), perché una lesione acuta ha buone possibilità di essere curata con pomate, dieta e corretta igiene mentre una lesione trascurata può necessitare un intervento più invasivo.