Una delle patologie che più spesso si riscontrano nella pratica clinica è la cosiddetta Malattia da Reflusso Gastro-Esofageo (MRGE).
Parlando con i pazienti, però, mi rendo conto che non sempre le informazioni al riguardo sono sufficienti e chiare. Da sempre, sin dai primi anni di specializzazione, mi sono occupato di questa patologia (… è stata l’argomento della mia tesi di laurea e oggetto di diverse pubblicazioni scientifiche), che colpisce oltre 10 milioni di italiani. Pertanto ho scritto questo post al fine di contribuire a farne comprendere qualcosa di più nella maniera più diretta possibile. Ove riteniate, vi invito a condividerlo.
CHE COS’È: Per MRGE si intende una risalita del contenuto acido dello stomaco nell’esofago. Normalmente, ad impedire questo reflusso c’è una valvola, lo sfintere esofageo inferiore, che blocca la risalita dei succhi gastrici. Quando questa valvola non si chiude correttamente (per una sua propria debolezza o per la presenza di un’ernia iatale) gli acidi gastrici penetrano nell’esofago provocando i sintomi del reflusso.
SINTOMI: Questi sono il bruciore retro-sternale o alla “bocca dello stomaco” con la sensazione spiacevole dell’irradiamento dell’acidità fino alla gola e conseguente rigurgito. A questi disturbi tipici si possono associare anche altri sintomi quali la tosse, l’asma, le laringiti o faringiti e la raucedine.
CAUSE: Tra le cause della MRGE, oltre all’alterata funzionalità dello sfintere e alla presenza di un’ernia iatale (risalita dello stomaco verso il torace), vi sono l’obesità, il sovrappeso, il fumo e una dieta scorretta.
DIAGNOSI: È, di solito, molto semplice. Viene eseguita attraverso il cosiddetto PPI test che prevede la somministrazione di farmaci specifici antiacidi per la durata di due settimane. Nel caso in cui i sintomi scompaiano, la diagnosi di reflusso può dirsi confermata. Altri esami di approfondimento diagnostico, sono la gastroscopia, che permette di visualizzare direttamente l’esofago, lo stomaco e il duodeno, la PH impedenziometria che prevede l’introduzione di un sondino dal naso che registra l’eventuale reflusso nel corso di 24 ore e la manometria esofagea che utilizzando un sondino introdotto dal naso e collegato a un computer permette di monitorare i movimenti dell’esofago e dello sfintere esofageo inferiore.
CURA FARMACOLOGICA: Ia MRGE può essere curata con tre tipi di farmaci: i farmaci procinetici, che agevolano uno svuotamento più veloce dello stomaco, i protettori della mucosa esofagea e gli inibitori della pompa protonica o gli antagonisti dei recettori H2 che riducono la secrezione acida gastrica.
RUOLO DELLA CHIRURGIA: Ha un ruolo sempre più importante anche in considerazione del fatto che i farmaci, che spesso devo essere presi per tutta la vita, non sono privi di effetti collaterali. Pertanto quando il trattamento farmacologico non ottiene risultati o quando l’uso cronico di farmaci può essere pericoloso, può essere necessario un intervento chirurgico. Con queste procedure, eseguite con tecniche mini invasive e con un tempo di ospedalizzazione di circa due giorni, si provvede al ripristino definitivo della funzionalità dello sfintere gastro-esofageo.
In conclusione, potrei dire che la MRGE è sicuramente molto fastidiosa e molto frequente. Oggi, però, quasi tutti i pazienti possono essere curati efficacemente: il 90% circa domina i sintomi con una corretta terapia farmacologica e circa il 10% necessità, o può beneficiare, di una procedura chirurgica mini-invasiva.