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August 12, 2022
 I sintomi del reflusso gastro-esofageo derivano quasi sempre dall’acido dello stomaco che risale in esofago provocando infiammazione e dolore.
Fatto salvo che una valutazione specialistica individ uale è sempre necessaria per capirne le reali cause, è possibile, però, sin da subito, aggiungere alcuni alimenti a ciò che mangiamo per stare meglio.
1. Verdure.
Le verdure, come noto, sono basso contenuto di grassi e di zuccheri e aiutano a ridurre l’acidità di stomaco. Buone opzioni includono fagiolini, broccoli, asparagi, cavolfiori, verdure a foglia verde, patate e cetrioli.
2. Zenzero.
Lo zenzero ha proprietà antinfiammatorie naturali ed è un trattamento naturale contro il bruciore di stomaco e altri problemi gastrointestinali. È possibile aggiungere la radice di zenzero grattugiata o affettata a ricette o frullati o bere tè allo zenzero per alleviare i sintomi.
3. Farina d’avena.
La farina d’avena è la preferita della colazione, i grani (fiocchi) interi sono un’eccellente fonte di fibre. L’avena può assorbire l’acido dello stomaco e ridurre i sintomi da reflusso. Altre opzioni, tra i cibi ricchi di fibre, includono il pane integrale e il riso integrale.
4. Frutta non acida.
Banane, mele e pere hanno meno probabilità di innescare sintomi di reflusso rispetto ai frutti acidi come gli agrumi.
5. Carni magre e frutti di mare.
Le carni magre, come pollo, tacchino, pesce e frutti di mare, sono magre e riducono i sintomi del reflusso acido.
6. Albumi d’uovo.
Gli albumi sono una buona opzione per integrare proteine e contenere il reflusso. I tuorli d’uovo, che sono ricchi di grassi, al contrario possono innescare sintomi da reflusso molto facilmente.
7. Grassi sani.
Le fonti di grassi sani includono avocado, noci, semi di lino, olio d’oliva, olio di sesamo e olio di semi di girasole. Ottimi contro il reflusso.
Beh, provate e fatemi sapere…
August 12, 2022
I sintomi associati alla Malattia da Reflusso Gastro Esofageo (MRGE) ovvero bruciore allo stomaco, eruttazioni, palpitazioni, dolore dietro lo sterno, raucedine, tosse persistente etc., sono molto frequenti. Ne ho percezione professionale quotidiana e quando mi capita di scrivere un post sull’argomento i messaggi sono sempre numerosi.
Tra gli aspetti meno chiari sulla MRGE c’è quello relativo alla terapia. Pur facendo il chirurgo e occupandomi da sempre di queste problematiche, vorrei affermare ancora una volta che la prima cura contro il fastidiosissimo reflusso consiste nel cambiamento dello stile di vita, con particolare riferimento all’alimentazione!!
Nella gran parte dei casi la MRGE è infatti di competenza medica, non chirurgica, ed è controllata con la assunzione di farmaci che agiscono o riducendo la produzione di acido, o tamponandolo, o migliorando la motilità gastrica ed esofagea con conseguente riduzione del tempo di svuotamento di questi organi.
La chirurgia viene solitamente proposta quando i trattamenti sopra citati falliscono e quando il dosaggio dei farmaci necessario a controllare i sintomi è eccessivo. La chirurgia viene anche proposta nei pazienti giovani, per evitare di programmare una intera vita in condizioni di farmaco-dipendenza.
La chirurgia antireflusso viene eseguita per via laparoscopica, senza aprire l’addome e consiste nel riposizionare lo stomaco correttamente, cosa importantissima in caso di concomitante ernia iatale, e nel creare un nuovo sfintere alla base dell’esofago per fermare il reflusso.
Il paziente normalmente riprende una alimentazione leggera dopo 24 ore e viene dimesso in terza giornata. Nei centri con provata esperienza in chirurgia esofagea il tasso di soddisfazione è molto alto con una risoluzione completa dei sintomi in oltre l’85% dei pazienti.
August 12, 2022
Una delle patologie che più spesso si riscontrano nella pratica clinica è la cosiddetta Malattia da Reflusso Gastro-Esofageo (MRGE).
Parlando con i pazienti, però, mi rendo conto che non sempre le informazioni al riguardo sono sufficienti e chiare. Da sempre, sin dai primi anni di specializzazione, mi sono occupato di questa patologia (… è stata l’argomento della mia tesi di laurea e oggetto di diverse pubblicazioni scientifiche), che colpisce oltre 10 milioni di italiani. Pertanto ho scritto questo post al fine di contribuire a farne comprendere qualcosa di più nella maniera più diretta possibile. Ove riteniate, vi invito a condividerlo.
CHE COS’È: Per MRGE si intende una risalita del contenuto acido dello stomaco nell’esofago. Normalmente, ad impedire questo reflusso c’è una valvola, lo sfintere esofageo inferiore, che blocca la risalita dei succhi gastrici. Quando questa valvola non si chiude correttamente (per una sua propria debolezza o per la presenza di un’ernia iatale) gli acidi gastrici penetrano nell’esofago provocando i sintomi del reflusso.
SINTOMI: Questi sono il bruciore retro-sternale o alla “bocca dello stomaco” con la sensazione spiacevole dell’irradiamento dell’acidità fino alla gola e conseguente rigurgito. A questi disturbi tipici si possono associare anche altri sintomi quali la tosse, l’asma, le laringiti o faringiti e la raucedine.
CAUSE: Tra le cause della MRGE, oltre all’alterata funzionalità dello sfintere e alla presenza di un’ernia iatale (risalita dello stomaco verso il torace), vi sono l’obesità, il sovrappeso, il fumo e una dieta scorretta.
DIAGNOSI: È, di solito, molto semplice. Viene eseguita attraverso il cosiddetto PPI test che prevede la somministrazione di farmaci specifici antiacidi per la durata di due settimane. Nel caso in cui i sintomi scompaiano, la diagnosi di reflusso può dirsi confermata. Altri esami di approfondimento diagnostico, sono la gastroscopia, che permette di visualizzare direttamente l’esofago, lo stomaco e il duodeno, la PH impedenziometria che prevede l’introduzione di un sondino dal naso che registra l’eventuale reflusso nel corso di 24 ore e la manometria esofagea che utilizzando un sondino introdotto dal naso e collegato a un computer permette di monitorare i movimenti dell’esofago e dello sfintere esofageo inferiore.
CURA FARMACOLOGICA: Ia MRGE può essere curata con tre tipi di farmaci: i farmaci procinetici, che agevolano uno svuotamento più veloce dello stomaco, i protettori della mucosa esofagea e gli inibitori della pompa protonica o gli antagonisti dei recettori H2 che riducono la secrezione acida gastrica.
RUOLO DELLA CHIRURGIA: Ha un ruolo sempre più importante anche in considerazione del fatto che i farmaci, che spesso devo essere presi per tutta la vita, non sono privi di effetti collaterali. Pertanto quando il trattamento farmacologico non ottiene risultati o quando l’uso cronico di farmaci può essere pericoloso, può essere necessario un intervento chirurgico. Con queste procedure, eseguite con tecniche mini invasive e con un tempo di ospedalizzazione di circa due giorni, si provvede al ripristino definitivo della funzionalità dello sfintere gastro-esofageo.
In conclusione, potrei dire che la MRGE è sicuramente molto fastidiosa e molto frequente. Oggi, però, quasi tutti i pazienti possono essere curati efficacemente: il 90% circa domina i sintomi con una corretta terapia farmacologica e circa il 10% necessità, o può beneficiare, di una procedura chirurgica mini-invasiva.
August 12, 2022
Come ho più volte ricordato, il reflusso gastroesofageo è uno dei disturbi più diffusi. Il bruciore in gola, l’acidità, il dolore al petto e persino la tosse possono segnalare questa patologia dovuta alla risalita dell’acido dallo stomaco verso l’esofago.
La correlazione tra reflusso e determinate abitudini di vita è tanto nota quanto stretta. Alcuni comportamenti possono indurre il reflusso o aggravarne i sintomi. Il sovrappeso e l’obesità, per esempio, possono favorire il reflusso, così come l’assunzione di cibi molto grassi, di cioccolato, di bevande contenenti caffeina e di cibi acidi come il pomodoro.
Meno nota è la correlazione tra il reflusso e dell’attività fisica.
Inutile dire che mantenere il corpo in esercizio è fondamentale per la salute di tutti, a tutte le età. I suoi benefici sono molteplici e coinvolgono anche l’apparato gastrointestinale. Ma in alcuni casi, l’attività fisica, se condotta in maniera inappropriata, può avere un effetto negativo in chi soffre di reflusso gastro-esofageo.
Diversi studi scientifici condotti su pazienti affetti da reflusso e pubblicati su prestigiose riviste internazionali (Gut 2004, Clinical Journal of Sport Medicine 2009 e World Journal of Gastroenterology 2012) documentano come lo sport può essere sia un alleato sia un fattore scatenante.
È noto che il reflusso gastro-esofageo durante l’attività fisica è causato da un aumento della pressione intraddominale, da un’alterazione della motilità esofagea (ridotta clearance esofagea, cioè della capacità dell’esofago di liberarsi dell’acido risalito dallo stomaco) e da un aumento dei rilasciamenti inappropriati dello sfintere esofageo inferiore che predispongono al reflusso. Alcuni esercizi, come il sollevamento pesi, e in minor misura la corsa, possono intervenire su questi meccanismi e peggiorare i sintomi nei pazienti affetti da reflusso, mentre una ginnastica aerobica è generalmente ben tollerata.
Anche quando fare sport ha la sua importanza. Fare attività fisica subito dopo mangiato è sicuramente un fattore di rischio, soprattutto dopo pasti eccessivamente ricchi in carboidrati. Il consiglio è quindi quello di non fare attività fisica subito dopo mangiato, cioè di non allenarsi a stomaco pieno e di non assumere pasti troppo abbondanti nelle tre, quattro ore precedenti.
August 12, 2022
Sono queste, cari amici, alcune delle domande che più di frequente mi vengono rivolte. La risposta, nella maggior parte dei casi, è relativamente semplice: ad impedire il reflusso provvede “una valvola” che si trova tra l’esofago e lo stomaco e che blocca la risalita dei succhi gastrici. Quando questa valvola, lo sfintere esofageo inferiore, non si chiude più (per una sua propria debolezza o per la presenza di un’ernia iatale), gli acidi gastrici risalgono provocando bruciore, dolore, tosse, raucedine e palpitazioni, ovvero i sintomi propri della malattia da reflusso gastro-esofageo.
Una corretta alimentazione, un coretto stile di vita e una terapia farmacologica ben calibrata possono contenere i sintomi e permettere una qualità di vita soddisfacente. Quando però tutto questo non è sufficiente può essere presa in considerazione la terapia chirurgica. Si tratta di interventi mini-invasivi, eseguiti per via laparoscopica, “con i buchetti”, che sono generalmente ben tollerati dai pazienti.
Il consiglio più importante, però, è quello di non affrontare con superficialità questa patologia, ma di rivolgersi sin da subito al proprio medico per un corretto inquadramento diagnostico (gastroscopia, manometria esofagea, pH-impedenziometria) e una corretta strategia terapeutica.
Meglio evitare i “fai da te”!
August 12, 2022
Capita abbastanza spesso che qualche paziente decida di inviarmi delle foto del “prima e dopo” l’intervento per dimagrire. E un gesto gratificante per me e li ringrazio per questo.
Questa foto mi ha colpito particolarmente perché, confesso, non mi ricordavo di questa giovane paziente. Allora le ho mandato un whatsapp chiedendole di raccontare a voi ed a me qualcosa di lei e della sua esperienza. Queste le sue parole:
“Mi chiamo Emma e ho inviato queste foto al dottore che mi ha operata per parlarvi di me. Quella che vedere sono la vecchia e la nuova me.
Non tutti i cambiamenti però si possono vedere da una foto ed è di questi ultimi che voglio parlarvi. Il mio è stato un passaggio di stato, non solo fisico, ma soprattutto mentale: da triste a felice, da chiusa a estroversa, da pessimista a ottimista. Per dirla in breve: da così a così. I miei 72 kg persi mi hanno cambiato il corpo è vero, ma sopratutto la mente. Non sono più una ragazza debole, non sono più una ragazza arrendevole, non sono più una ragazza insicura. Oggi affronto la vita e le mie passioni (amo l’estetica e studio per diventare visagista) con una forza che non credevo di possedere, senza vergogna, senza più dovermi nascondere.
Il cibo era la soluzione a tutti i miei problemi… Pensate un po’ che stupida!
Ora ogni cosa è cambiata e ho voglia di farlo sapere a tutti.
Grazie, Emma.
Poche chiacchiere: sei super!
August 12, 2022
Il reflusso acido si verifica quando i succhi gastrici salgono verso la gola. I sintomi, sempre spiacevoli, sono il bruciore allo stomaco e nel mezzo del petto a cui si può associare un sapore aspro in bocca. Le cause del reflusso sono diverse ma spesso sono da ricercare in ciò che mangiamo e beviamo.
A tal proposito un recente sondaggio condotto nella popolazione statunitense, ha permesso di stabilire la percentuale con cui determinati cibi e bevande sono associate al reflusso acido. Ecco i risultati:
1. Bevande alcoliche: 46%
2. Patatine piccanti o salate: 31%
3. Crostate alla frutta: 21%
4. Budini: 15%
5. Cioccolato al latte: 14%
6. Rustici con würstel: 10%
7. Carne di maiale: 10%
8. Salsa al vino o al brandy: 10%
9. Patate al forno: 7%
10. Sugo di pomodoro: 5%
Pertanto, una corretta alimentazione e un coretto stile di vita possono contenere i sintomi e permettere una qualità di vita soddisfacente.
È noto che in alcune persone la sola correzione dell’alimentazione può non è sufficiente e in questi casi deve essere presa in considerazione una la terapia medica o anche chirurgica.
Il mio consiglio più importante è quello di non affrontare mai con superficialità i sintomi da reflusso, ma di rivolgersi sin da subito al medico di fiducia per un corretto inquadramento diagnostico e per una corretta strategia terapeutica.
Assolutamente da evitare i “fai da te” in una patologia che è tutt’altro che banale e non scevra da complicanze di rilievo.
August 12, 2022
La malattia da reflusso gastroesofageo (mRGE) è uno delle condizioni cliniche più diffuse. Nel nostro paese ne soffrono, a vario grado, oltre 5 milioni di persone con sintomi spesso molto fastidiosi ed invalidanti quali bruciore di stomaco, dolore toracico, eruttazioni, difficoltà a deglutire, tosse secca e mal di gola.
Di solito, ad impedire il reflusso, “ci pensa” una valvola che si trova tra l’esofago e lo stomaco e che blocca la risalita dei succhi gastrici. Quando questa valvola, il cosiddetto sfintere esofageo inferiore, non si chiude più correttamente (per una sua propria debolezza o per la presenza di un’ernia iatale) gli acidi gastrici risalgono nell’esofago provocando i sintomi del reflusso.
Mentre la terapia farmacologica agisce riducendo l’acido prodotto dallo stomaco (non sono disponibili farmaci che ridanno forza alla valvola) e quindi, in un certo senso, bypassando il vero problema, la chirurgia mira a ripristinare definitivamente la funzionalità dello sfintere esofageo ed a correggere, quando presente, l’ernia iatale.
Pertanto, quando il trattamento farmacologico non ottiene i risultati sperati, o quando si sviluppa una vera e propria farmaco-dipendenza, può essere preso in considerazione un intervento chirurgico.
L’intervento classico, molto migliorato negli ultimi anni grazie alle nuove conoscenze sulla fiso-patologia dello stomaco, è la fundoplicatio. Si tratta, più che di un solo intervento, di un gruppo di interventi simili tra loro. Durante una fundoplicatio, la parte dello stomaco chiamata fondo viene “plicata”, cioè avvolta, attorno all’esofago ottenendo un effetto simile a quella di “un manicotto” anti-reflusso. La funfoplicatio più nota è la Nissen (dal nome del suo ideatore), di cui potete vedere un disegno nella foto.
Più di recente è stato sviluppato negli Stati Uniti un nuovo dispositivo chiamato LINX. Ha la forma di un anello con tante “perline metalliche” che viene posizionato attorno all’esofago. Qui, grazie ad un effetto di attrazione magnetica tra le perline, il LINX crea un zona di pressione circolare che funge da nuova valvola. È certamente un dispositivo molto semplice da impiantare (non più di 30 minuti) e dai risultati molto soddisfacenti.
Tutti queste procedure chirurgiche sono eseguite con tecniche mini invasive, cioè in laparoscopia (con i buchetti, per intenderci) e con un tempo di ospedalizzazione di soli due giorni. A differenza delle cure farmacologiche, come dicevo prima, la chirurgia mira al ripristino definitivo della funzionalità dello sfintere gastro-esofageo.
In conclusione, sebbene oggi moltissimi pazienti possono essere curati efficacemente con la terapia farmacologica, per molti altri, sopratutto i pazienti che non rispondono ai farmaci, o rispondono solo parzialmente, o che rischiano (perché giovani e con una lunga aspettativa di vita) di sviluppare farmaco-dipendenza, è possibile beneficiare di queste nuove procedure chirurgiche mini-invasive.
May 27, 2022

Proctologo Napoli, Dott. Adolfo Renzi Intervento Chirurgico per la cura della Patologia Emorroidaria

Step 1

Dopo un’accurata lubrificazione del margine anale, il dilatatore anale circolare (CAD33), munito di otturatore, è introdotto con piccoli movimenti rotatori (in senso orario e antiorario).

L’introduzione del CAD33 provoca la riduzione del prolasso, dell’anoderma e di parti della mucosa rettale. A volte, l’introduzione di una garza chirurgica nell’ano prima del CAD33 riduce maggiormente l’eccesso di anoderma. Dopo aver tolto l’otturatore, la mucosa prolassata protrude nel lume del CAD33. Essendo trasparente, il CAD33 permette di visualizzare la linea pettinata, consentendo al chirurgo di verificarne la corretta posizione. Il CAD33 è quindi fissato al perineo mediante quattro punti di sutura nei punti cardinali.

Step 2

L’anoscopio per suture a borsa di tabacco (PSA33) è introdotto attraverso il CAD33.

Questo strumento sposterà il prolasso mucoso lungo le pareti rettali su una circonferenza di 270°, mentre la mucosa che fuoriesce dall’apertura del PSA33 può essere facilmente contenuta in una sutura che comprenda solo la mucosa e la submucosa. Questa sutura deve essere confezionata almeno 2-3 cm sopra l’apice delle emorroidi, e la distanza deve essere aumentata in proporzione all’estensione del prolasso rettale. Ruotando il PSA33 sarà possibile completare una sutura a borsa di tabacco intorno all’intera circonferenza anale.

Step 3

Aprire completamente la suturatrice circolare per il trattamento delle emorroidi (PPH03). Introdurre la testina oltre la sutura a borsa di tabacco. La PPH03 è ritirata leggermente in modo da permettere di vedere la sutura a borsa di tabacco. A questo punto legare la sutura a borsa di tabacco con un singolo nodo.

Con l’aiuto dell’uncino passabili (ST100) i capi dei fili vengono passati attraverso ed all’esterno dei fori della PPH03.

Step 4

I capi della sutura devono essere legati all’esterno o clampati. L’alloggiamento dei punti della PPH03 è introdotto nel canale anale. Durante l’inserimento è opportuno avvitare parzialmente la suturatrice.

Step 5

Mediante una trazione moderata su sutura a borsa di tabacco, la mucosa prolassata è contenuta dall’alloggiamento dei punti della PPH03. Si avvita lo strumento mediante rotazione completa del pomo di chiusura della suturatrice in senso orario. A questo punto l’indicatore rosso sull’impugnatura della suturatrice deve trovarsi all’estremità finale dell’intervallo d’azionamento (zona verde). La suturatrice viene quindi azionata.

Mantenendo serrata la PPH03 per 20 secondi, prima  e dopo l’azionamento, si può ottenere un effetto tampone e promuovere così l’emostasi.

A questo punto la PPH03 deve essere aperta leggermente e rimossa. Infine, la linea delle agraphes è esaminata mediante PSA33.

Step 6

Controllare l’emostasi e, se necessario, apporre punti di sutura usando filo assorbibile 3-0 con un ago piccolo. Per assicurare un facile controllo dell’emostasi in fase post-operatoria e comfort per il paziente, si inserisce sopra la linea di sutura un lungo tampone umido (25 cm) fissato all’estremità distale con un punto. In genere, il tampone è rimosso dopo 4-5 ore. Controllare il resecato chirurgico, per accertarsi che la tecnica sia stata realizzata correttamente. Interventi accessori (escissione di skin tags o di papille) possono essere eseguiti prima o dopo l’emorroidopessi con stapler.

May 27, 2022

Stapled Trans-Anal Rectal Resection

Intervento Chirurgico per la cura della Sindrome da Ostruita Defecazione secondaria a Prolasso del Retto e/o Rettocele

Step 1

Viene eseguito un delicato massaggio anale per assicurare il completo rilassamento dello sfintere. Nella cute perianale vengono applicati quattro punti di sutura perineale; viene introdotto in sede dilatatore anale circolare (CAD) e fissato con le suture. Ora il chirurgo dovrà valutare l’entità del prolasso introducendo un tampone di garza nel retto ed estraendolo lentamente.

Per evitare che il retto posteriore venga incluso nella linea anteriore dello stapler, viene introdotta delicatamente una spatola per 8-10 cm attraverso la corrispondente apertura della flangia del CAD. Questo inserimento avviene in visione diretta e proteggendo il bordo della spatola con un dito, evitando così lacerazioni della mucosa rettale durante l’inserimento.

Step 2

Il PSA viene inserito e sul prolasso viene praticata una sutura semicircolare a borsa di tabacco (Prolene’ 2/0), nella parete rettale anteriore , fra ore 9 e ore 3. La prima sutura semicircolare a borsa di tabacco dovrà essere praticata almeno 2 cm al di sopra dell’apice emorroidale.

Con analoga procedura, una seconda sutura viene praticata 2 cm sopra la prima, cranialmente. Alla stessa distanza, viene poi praticata una terza sutura.

Tutte le suture a borsa di tabacco devono avere spessore pieno.

Il numero di suture dipende dall’estensione del prolasso: due suture sono sufficienti quando il prolasso non sporge oltre la linea mediana del CAD durante la fase di valutazione (step 1); i prolassi di maggiori proporzioni richiedono tre-quattro suture.

Le code della sutura a borsa di tabacco sono legate insieme a ciascuna estremità delle linee di sutura parallele, su di un lato, per consentire la trazione bilanciata del prolasso.

Step 3

Uno stapler PPH01, ben lubrificato ed alla massima apertura, viene inserito fino a quando l’estremità dell’incudine non sia posizionata oltre le suture. Le code dei fili di sutura vengono tirate attraverso le porte dello stapler mediante l’infilatore della sutura. Le estremità delle suture possono essere annodate insieme oppure clampate insieme.

Tenendo la testina dello stapler contro le suture a semiborsa di tabacco, iniziare la chiusura dello stapler. A circa 2 cm dalla chiusura completa, lo stapler viene spinto nel retto, con trazione simultanea delle suture.

Nelle donne, una valvola vaginale viene inserita nel fornice posteriore, in modo tale che possa spingere cranialmente e verso l’alto.

Occorre introdurre due dita in vagina per verificare che il bordo dell’alloggiamento dei punti metallici sia dislocato appena sopra i muscoli elevatori dell’ano. Viene dapprima applicata pressione alla parete vaginale posteriore per agevolare l’inserimento del prolasso nell’alloggiamento dei punti metallici. A chiusura pressoché completata, controllare digitalmente che la parete posteriore sia sempre pervia e non imprigionata nello stapler. A questo punto, lo stapler è di solito completamente chiuso, con l’indicatore nella finestrella graduata di regolazione apertura dello stapler all’estremità inferiore della scala.

Step 4

Una volta effettuati i controlli e le manovre sopra descritti, si potrà togliere la sicura e azionare lo stapler.

Step 5

Una volta azionato lo stapler, aprire e rimuoverlo  ruotando semplicemente la manopola posteriore da mezzo giro a tre quarti di giro. Di solito, vengono osservati due “cunei” collegati con una mucosa a ponte da una doppia fila di suture meccaniche. Questo ponte dovrà essere selezionato. Eventuali sanguinamenti importanti dovranno essere prontamente suturati.

Step 6

La spatola viene quindi posizionata attraverso la finestra superiore della flangia del CAD per proteggere la linea di sutura. Nella maggior parte dei casi, nel retto sono osservabili due “cunei” (o “orecchie di gatto”), dovuti ad anastomosi anteriore. Vengono praticate due semitasche posteriori, una da una base all’altra delle orecchie e una da un apice all’altro.ù

Step 7

Le estremità dei fili vengono legate, lo stapler inserito, i fili infilati nei fori dello stapler e tenuti insieme con una pinza. Lo stapler viene parzialmente chiuso ed inserito mentre i fili vengono tirati. Dopo aver accertato che, in ogni caso, l’alloggiamento dei punti metallici sia inserito per almeno 4-5 cm e che lo stapler sia assiale rispetto al retto, viene eseguita la sutura-sezione.

Step 8

Lo stapler viene rimosso semplicemente aprendolo con mezzo giro-tre quarti di giro della manopola posteriore.

Anche in questo caso, possiamo osservare il ponte mucoso da sezionare.

Una volta rimossa la spatola, l’emostasi viene completata con i punti di sutura. I “cunei” sono molto verosimilmente le zone di maggior sanguinamento.

Un tampone di garza, fissato con una lunga sutura, dovrà essere inserito nel retto e il CAD dovrà essere estratto. La garza viene posizionata al di sopra della linea dei punti metallici. Dall’ano fuoriescono solo i fili.

Il vantaggio è che qualsiasi sanguinamento post-operatorio può essere prontamente diagnosticato, dato che il sangue fluisce verso l’esterno. La garza verrà rimossa dopo 3-4 ore.